Una domanda ricorrente che mi è stata posta diverse volte, addirittura dal giornale Repubblica (per ben due volte).
E’ una vita sicuramente complicata e, per una donna, molto di più.
Perchè?
Anzitutto, perché le donne stesse non se la sentono di mettersi in gioco, ritenendo che la vita politica sia un affare da “uomini”.
Ma, anche, perché una donna deve superare molti più ostacoli di un uomo, a partire dal pregiudizio della società.
Mai sentito dire, di una donna in gamba, “quella si, che ha le palle”? Quindi, siamo brave sole se tendiamo ad “assomigliare” agli uomini?
Proprio ieri, all’inaugurazione della Compagnia Carabinieri di Pioltello, mi sono scontrata con un (diciamo) conservatore. Mi è stato chiesto da un carabiniere (non conosco il grado, ma era pieno di stellette, distintivi, fregi e quant’altro) se fossi veramente sindaco o se lo stessi rappresentando, perché di solito (mi ha detto) li (noi donne?) rappresentiamo.
In un’occasione, peraltro, dove proprio una donna Sindaca (Ivonne Cosciotti) aveva dimostrato grandi competenze anche organizzando un evento impeccabile.
D’altra parte mi stupisco poco. Pure nella mia carriera lavorativa ho provato il medesimo disagio. Se in una stanza c’erano più avvocati, io di certo ero la praticante (se andava bene), o, nella peggiore delle ipotesi, la segretaria e comunque sempre chiamata “signorina” e non “avvocato”.
E poi, tornando al tema, chi decide se sarai candidata sindaca? Lo decide perlopiù un uomo, in quanto ancora detiene l’atto di indirizzo nella formazione della squadra.
E’ vero, pure perché le donne hanno meno tempo, questo è un dato oggettivo, in quanto generalmente si occupano prioritariamente della famiglia e delle questioni domestiche.
La questione “quote rosa” è abbastanza indicativa del comune sentire. Se non si rende obbligatoria la presenza delle donne nella vita politica, difficilmente verranno scelte. Ed io, personalmente, non amo le quote rosa, che mi fanno sentire un panda in via di estinzione, ma la competenza.
Non mi sento nemmeno di fare un discorso femminista, che non mi è proprio. Non amo le frasi riduttive del tipo: “le donne sono più brave degli uomini”. Ma perché??? Ma chi lo ha detto??? Sono brave se lo sono, al pari degli uomini e, con essi, formano una squadra che, per diversità di genere, si completa. Perché donne e uomini sono caratterialmente o emotivamente diversi e si compensano tra di loro.
Al di la di tutto, sono la prima donna sindaco a Masate e ne sono onorata.
Voglio pertanto parlare di aspetti positivi ed entusiasmanti del mio incarico.
Decidere e costruire idee e progetti, insieme alla mia squadra, è emozionante, pur dovendo dedicarci molto tempo ed energia.
Ricevere anche un solo complimento da un cittadino, dopo una serie di critiche da parte “dei leoni da tastiera” di Facebook, è appagante ed è l’unico “carburante” che ti permette di continuare nel tuo cammino.
Le soddisfazioni sono molte, ma altrettante sono le responsabilità.
E su questo, è importante che si approvi una riforma sul ruolo da Sindaco. Al legislatore abbiamo appena chiesto, tramite Anci, non impunità ma chiarezza, in quanto a troppi sindaci sono state attribuite responsabilità, penali o civili, per fatti di cui non avevano nessuna competenza o responsabilità.
Questo, forse, permetterebbe una avvicinamento all’incarico da Sindaco anche da parte di più donne.
Concludendo, è una esperienza che consiglio vivamente a tutte coloro che ne abbiano aspirazione. Il nostro essere multitasking ci permette di affrontare anche questo incarico, oltre al lavoro e alla casa, senza grosse difficoltà, purché vi sia l’appoggio della propria famiglia.
Pamela Tumiati, Sindaca di Masate